La versione di Barbie by Alessandra Faiella

La versione di Barbie by Alessandra Faiella

autore:Alessandra Faiella [Faiella, Alessandra]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788804625568
Google: 2OCcMQEACAAJ
Amazon: B00U7UBUVG
editore: Mondadori
pubblicato: 2013-01-02T00:00:00+00:00


3

Donne sopra le rughe

La sindrome di Stepford

La spesa al sabato mattina: uno degli incubi più ossessionanti dell’opulenta civiltà occidentale. Il sabato mattina, perché? Perché gli altri giorni lavori e quindi non hai il tempo di farla. È vero, ma questo accade se hai un lavoro fisso, se ogni mattina devi timbrare un cartellino all’entrata e all’uscita dal lavoro. Ma se, come me, hai un lavoro diciamo atipico, diciamo flessibile, diciamo pure precario, diciamo pure ansiogeno, insomma se potresti benissimo fare la spesa di mercoledì, perché ci vai di sabato quando i supermercati sono affollati fino all’inverosimile e ti trovi tutte le volte in coda alla cassa a litigare con la vecchietta che ti vuole passare davanti? Perché? È quello che mi chiedo tutti i sabati quando vado a fare la spesa.

È stato proprio un sabato mattina, nel solito supermercato zeppo di casalinghe inferocite quasi quanto me, che ho incontrato Paola.

Mi trovavo davanti allo scaffale delle merendine, intenta a riflettere se era meglio acquistare dei succulenti Buondì al cioccolato o dei dietetici cereali al sapore di cartongesso, il cui consumo, secondo l’azienda che li produce, ti garantisce la pancia piatta in quindici giorni.

Stavo ovviamente scegliendo i Buondì al colesterolo puro, quando l’occhio mi cade su un carrello accanto al mio, stipato di prodotti di ogni genere, disposti perfettamente in ordine. Le bottiglie appoggiate sul fondo, poi i flaconi di plastica dei detersivi e, a seguire, i generi alimentari, disposti in ordine decrescente, dal più voluminoso al più piccolo, giù verso il fondo, a formare un’armoniosa e ordinata composizione.

Il mio carrello, accanto a quello, aveva il desolante aspetto di un paesaggio dopo un uragano.

Noto anche il prevalere del colore rosa degli articoli acquistati dalla cliente: fragole, lamponi, chewingum rosa, ammorbidenti rosa, saponette rosa, detersivi rosa, fard, ciprie e rossetti rosa, calze rosa, perfino un vasetto di fiori, naturalmente rosa.

Fissavo dunque il contenuto del cestello, contemplandone con un misto d’invidia e di raccapriccio la disposizione perfetta e la monomaniacalità cromatica del contenuto, quando sento pronunciare il mio nome. Alzo gli occhi sulla proprietaria del carrello ossessivo-compulsivo da cui proveniva la voce e vedo davanti a me una sorta di OCM (Organismo Chirurgicamente Modificato) che mi guarda e mi sorride con un’espressione vagamente robotica. La donna plastificata pronuncia nuovamente il mio nome, questa volta con una sorta di stupore nella voce, come a dire: “Ma come, non mi riconosci?”.

No, non la riconosco. Vago nella memoria cercando la sua immagine tra i ricordi recenti, poi in quelli passati, giungendo infine a quelli legati all’infanzia, ma della Barbie aliena non c’è nessuna traccia.

«Mi spiace,» dico timidamente «ma non ricordo… scusa… sono una pessima fisionomista.»

La Barbie continua a sorridermi per nulla smontata dalla mia poco educata amnesia.

«Ma… sono Paola,» dice «Paola Bazzi, ricordi?»

Bazzi… Bazzi… ma certo, Bazzi era il cognome della moglie di Olindo, quella della strage di Erba. Istintivamente faccio un balzo all’indietro, ma poi realizzo che non può essere Barbie l’efferata assassina, giacché quella si trova in galera e poi di certo non le somigliava.

«Paola



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